Come fotografare una partita di pallavolo: tecnica, luce e sensibilità in palestra
Fotografare la pallavolo non è facile.
Non tanto per l’azione — quella è leggibile, spesso ritmica, quasi coreografica — ma per l’ambiente in cui avviene: palestre scolastiche, palazzetti con luci fredde, neon appesi troppo in alto o troppo bassi, spazi ristretti a bordo campo, e sfondi spesso disordinati.
Chi fotografa volley lo sa: la sfida vera non è solo tecnica. È anche quella di entrare nell’atmosfera giusta, accettare i limiti, trovare una visione chiara anche quando tutto sembra visivamente caotico.
In questo articolo proviamo a definire un metodo, o almeno un atteggiamento, per affrontare una partita di pallavolo da bordo campo — con rispetto per il gioco, per gli atleti e per la fotografia.
Luce difficile, ma non impossibile
La prima cosa da considerare quando entri in una palestra o in un palazzetto è la luce.
E quasi sempre la risposta è: ce n’è poca, e non è bella.
Le luci artificiali indoor possono essere:
- fluorescenti o LED economici → tendono allo sfarfallio e al verde
- asimmetriche → punti sovraesposti accanto a zone in ombra
- al soffitto, ma lontane dal campo → scarsa direzionalità
Qui servono alcune decisioni tecniche precise:
- Usa tempi rapidi: almeno 1/800 sec, meglio se 1/1000. Congelare l’azione è fondamentale.
- Apri il diaframma: f/2.8 o f/4, quanto più la lente ti consente.
- Alza gli ISO senza paura: anche a 3200 o 6400, se la tua macchina lo regge.
È inutile rincorrere l’immagine perfettamente pulita: meglio un po’ di rumore, ma un gesto chiaro, piuttosto che un’immagine tecnicamente bella ma vuota.
Leggere l’azione: quando scattare
La pallavolo è fatta di schemi.
Chi la fotografa lo sa: il gioco ha una ritmica. Non è come il rugby o il calcio, dove l’azione può esplodere ovunque. Qui puoi prevedere.
Le fasi più fotogeniche:
- il palleggio alzato perfetto, con il viso dell’alzatrice concentrato
- il muro a tre, con le mani tese sopra la rete e il salto simultaneo
- l’attacco dall’ala, con il braccio completamente aperto in sospensione
- il bagher basso, con l’atleta completamente piegata
Scattare bene nella pallavolo vuol dire imparare a vedere un secondo prima.
L’attacco nasce da una rotazione, la ricezione da una diagonale: se impari a leggere queste cose, avrai sempre mezza raffica pronta nel momento giusto.

Dove mettersi (quando si può)
Posizionarsi bene in palestra non è sempre possibile.
Spesso gli spazi sono stretti, ci sono panchine, giudici, linee da non oltrepassare.
Ma quando puoi scegliere, considera:
- Lato lungo, dietro la linea di fondo → ottimo per vedere attacco e muro
- Angolo basso della diagonale → perfetto per raccontare l’estensione dei salti
- Molto basso a terra → per isolare le atlete e guadagnare una prospettiva più coinvolgente
Evita di stare troppo vicino alla rete se non hai angolo, perché rischi di tagliare tutto. E se proprio non puoi muoverti, lavora sulla composizione: chiudi l’inquadratura, punta al gesto, togli lo sfondo.
Macchina e obiettivi: cosa usare davvero
Per la pallavolo indoor serve un sistema reattivo.
Non è indispensabile avere l’ultimo corpo macchina top di gamma, ma alcune caratteristiche aiutano:
- un AF continuo veloce e preciso
- una raffica affidabile, anche da 7-10 fps
- buona tenuta ad alti ISO
Sul fronte lenti, la regola è questa: serve luce.
Un 70-200 f/2.8 è l’ideale per chi sta più distante.
Un 85 mm f/1.8 è perfetto se sei vicino.
Un 24-70 f/2.8 ti consente più versatilità nei piccoli palazzetti.
A volte anche un 35 mm fisso può raccontare storie bellissime, se ti avvicini e lavori sul contesto.
Attenzione al contorno: sfondo, gesti, rispetto
Spesso la palestra è visivamente caotica.
Cartelli pubblicitari storti, panchine disordinate, spettatori distratti sullo sfondo. Qui entra in gioco la sensibilità compositiva.
Isola i soggetti con il diaframma. Cerca angolazioni dove lo sfondo diventa pulito. Sfrutta il contrasto tra luci e ombre. E ogni tanto guarda anche cosa succede fuori dalla palla: i sorrisi tra compagne, lo sguardo all’allenatore, la tensione prima di battere.
E soprattutto, ricordiamoci che stiamo fotografando persone, non solo gesti.
In particolare nel volley giovanile o dilettantistico, è importante non essere invasivi, rispettare l’intimità del campo, non usare flash, non ostacolare il gioco.
Conclusione
Fotografare una partita di pallavolo è un esercizio di precisione e attenzione.
Serve un po’ di tecnica, ma soprattutto uno sguardo paziente e rispettoso.
Ci si muove in ambienti imperfetti, si lavora con la luce che c’è, si cerca di tirare fuori bellezza da una situazione concreta, non da uno studio ideale.
Ma quando tutto si allinea — la ricezione perfetta, il salto alto, il volto concentrato, il rumore sordo della palla colpita — allora lo scatto arriva. E vale ogni minuto passato in palestra.