Mine Kasapoğlu: vedere lo sport con il cuore
Mine Kasapoğlu non fotografa lo sport: lo vive. Prima di essere una fotografa, è stata un’atleta. Sciatrice e snowboarder della nazionale turca tra il 2006 e il 2010, ha vinto il campionato nazionale di snowboard nel 2007. Quell’esperienza diretta con la fatica, la velocità e il gesto atletico ha plasmato per sempre il suo modo di guardare il mondo. Oggi, il suo sguardo è tra i più intensi e riconoscibili della fotografia sportiva internazionale: viscerale, sincero, umano.
Dal gesto all’anima
Nata a Istanbul nel 1979, Mine ha studiato Economia e Filosofia al Gettysburg College, in Pennsylvania, con un minor in Studio Art, prima di completare la sua formazione fotografica alla Spéos Photography School di Parigi. Un percorso che unisce pensiero e visione: da una parte la razionalità, dall’altra la sensibilità per l’immagine.
Quando ha deciso di passare dietro l’obiettivo, non ha mai smesso di portare con sé la mentalità dell’atleta: disciplina, osservazione, equilibrio. Nei suoi scatti, la corsa, la caduta o il salto diventano narrazioni di energia e grazia, piccoli racconti sul confine tra resistenza e bellezza.
Kasapoğlu ha seguito nove edizioni dei Giochi Olimpici — cinque invernali e quattro estive — fotografando per agenzie internazionali, federazioni e il Comitato Olimpico. È Sony Alpha Ambassador, e il suo portfolio spazia tra discipline, stagioni e climi: dal ghiaccio di Pechino al sole di Tokyo, dalle scie d’acqua del nuoto ai riflessi metallici delle piste da sci.
Ogni fotografia è costruita con un senso profondo del tempo e della forma. La luce diventa linguaggio, il colore emozione, l’attimo sportivo si trasforma in racconto. La sua forza sta nella capacità di rendere visibile la tensione invisibile che precede ogni gesto atletico.

Uno sguardo essenziale
Mine lavora con una semplicità consapevole, predilige la luce naturale. Non cerca la spettacolarità a tutti i costi, ma la verità del momento. Si muove sul campo con la stessa concentrazione di un’atleta in gara, pronta a reagire, ad adattarsi, ad aspettare il punto in cui movimento e armonia coincidono.
Nei suoi scatti si percepisce l’empatia verso chi sta dall’altra parte: non c’è distanza, ma partecipazione. È questa vicinanza emotiva che rende la sua fotografia viva, intensa, necessaria.
Ispirazione per chi scatta
Il percorso di Mine Kasapoğlu è una lezione per chi si avvicina alla fotografia sportiva. Le sue immagini insegnano che conoscere lo sport significa comprenderne il ritmo, anticipare il gesto, sentirne la forza. Ma soprattutto ricordano che, oltre alla tecnica, serve il cuore: la capacità di ascoltare ciò che accade e di restituirlo con sincerità.
Il suo lavoro ci ricorda che la fotografia sportiva non è solo cronaca, ma narrazione umana. Ogni atleta diventa simbolo di qualcosa di più grande: la sfida, la fragilità, la bellezza di provarci sempre.

Lo sport come linguaggio universale
Mine Kasapoğlu trasforma lo sport in poesia visiva. I corpi diventano linee, la luce diventa respiro, il movimento diventa emozione. Nelle sue mani, lo sport non è solo competizione, ma esperienza condivisa, linguaggio universale capace di unire chi scatta, chi gareggia e chi guarda.
Il suo lavoro ci invita a osservare più lentamente, a cercare quel momento in cui la fotografia smette di essere documento e diventa sentimento.

Seguila su Instagram: @minekasapoglu
