Sony A9 III: La regina della fotografia sportiva mirrorless
La fotografia sportiva è un genere che non perdona: serve velocità, precisione e affidabilità assoluta. Chi scatta sul bordo campo o in un palazzetto lo sa bene: un attimo perso significa azione persa. Negli ultimi anni le mirrorless hanno fatto passi da gigante, ma la Sony A9 III rappresenta un salto in avanti unico, grazie all’introduzione del primo otturatore globale su una fotocamera full-frame. Una novità che cambia radicalmente il modo di raccontare lo sport. In questo articolo analizziamo la A9 III non come scheda tecnica, ma dal punto di vista di chi fotografa sport ogni settimana, cercando di capire se è davvero lo strumento definitivo per i professionisti del settore.
Design e costruzione
La Sony A9 III mantiene il family feeling tipico delle mirrorless Sony serie Alpha, ma con alcune migliorie pensate per il fotografo sul campo. L’ergonomia è ottima: il grip è più profondo e la disposizione dei tasti consente di gestire le impostazioni anche con i guanti leggeri da bordo campo. Il corpo è tropicalizzato e resiste bene a pioggia leggera, polvere e fango: fondamentale per chi segue sport outdoor come rugby o atletica. Non è la fotocamera più leggera sul mercato (circa 700 g solo corpo), ma bilanciata con un 70-200mm f/2.8 si usa comodamente per un’intera partita.
Sensore e otturatore globale
La vera rivoluzione della Sony A9 III è il nuovo sensore full-frame da 24,6 megapixel con global shutter. Ogni pixel viene letto contemporaneamente, eliminando completamente il problema del rolling shutter che affliggeva anche le migliori mirrorless. Per il fotografo sportivo significa nessuna deformazione su palloni, mazze da baseball o biciclette in rapido movimento, sincronizzazione flash fino a 1/80.000 di secondo e raffiche senza distorsioni. Rispetto alla A9 II o alla A1 il salto è evidente: la A1 offriva qualità d’immagine superiore, ma soffriva ancora di limiti con l’otturatore elettronico. Qui il risultato è perfetto in ogni situazione.
Autofocus e tracking
Sony ha ormai uno dei sistemi AF più avanzati al mondo, e con la A9 III porta il tracking a un livello superiore. Il riconoscimento occhi e volto funziona perfettamente anche sugli atleti in corsa, mentre il tracciamento del corpo riconosce divise e caschi, utile in sport come hockey o rugby. Sul campo di rugby la fotocamera riesce a seguire il numero 12 in corsa, anche con altri giocatori a disturbare la scena. In basket o volley indoor, l’inseguimento del pallone unito al riconoscimento del giocatore aumenta la percentuale di scatti riusciti. Rispetto a Canon R3 o Nikon Z9, la Sony A9 III è più veloce nell’agganciare il soggetto e meno incline a perdersi su elementi di disturbo.

Raffica e prestazioni
Con la A9 III si arriva fino a 120 fps reali in RAW a 14 bit. Non sempre serve una raffica così estrema, ma nelle azioni decisive può fare la differenza. Una mischia che si apre o un contropiede a basket diventano sequenze in cui scegliere lo scatto perfetto è molto più semplice. Questo livello di prestazioni richiede schede CFexpress Type A capienti e veloci. Anche la batteria NP-FZ100 ha un consumo maggiore a raffica massima, ma resta sufficiente per coprire una partita intera.
Ecco perché è fondamentale scattare sempre in RAW, come spiegato approfonditamente in questo articolo dedicato sul magazine: Perché scattare in RAW è fondamentale nella fotografia sportiva
Qualità d’immagine e ISO
I 24,6 megapixel scelti da Sony offrono un ottimo compromesso tra risoluzione e prestazioni ISO. La qualità d’immagine è eccellente fino a ISO 6400 e gestibile fino a 12.800 in contesti difficili come palazzetti o partite serali. La gamma dinamica è ampia e i colori, leggermente freddi come da tradizione Sony, si correggono facilmente in post-produzione. Per fotografia sportiva pura, il bilanciamento tra file leggeri e resa ad alti ISO è probabilmente il migliore oggi disponibile.
Video per lo sport
Sempre più spesso le squadre richiedono anche contenuti video. La Sony A9 III registra in 4K fino a 120 fps senza crop, sfruttando il global shutter per eliminare distorsioni. Questo la rende perfetta per chi deve produrre highlight, slow-motion o contenuti social direttamente a bordo campo. È quindi una macchina ibrida ideale per chi vuole unire fotografia sportiva e video di alta qualità.
Considerazioni finali
La Sony A9 III non è una fotocamera per tutti. Con un prezzo intorno agli 8.000 €, è destinata a professionisti dello sport e agenzie che cercano il massimo in termini di velocità, affidabilità e innovazione tecnologica. Per chi lavora su campi da rugby, calcio, basket o atletica, e vuole strumenti che facciano davvero la differenza, questa macchina rappresenta la scelta definitiva. L’otturatore globale risolve problemi storici e la raffica da 120 fps apre nuove possibilità creative. Non è una fotocamera universale, ma nella fotografia sportiva è davvero la regina.
Link per approfondimento:
Pagina uffciale Sony A9 III
