Walter Iooss Jr. — L’uomo che ha dipinto lo sport con la luce
Se il mondo della fotografia sportiva avesse un Rembrandt, quel nome sarebbe Walter Iooss Jr.
Con una carriera che attraversa più di sessant’anni, le sue immagini non si limitano a documentare lo sport: lo elevano a cultura visiva, a racconto intimo, a leggenda. I suoi scatti non celebrano solo l’atleta, ma il momento in cui l’essere umano supera il limite.
Nato in Texas nel 1943 in una famiglia di appassionati di sport, Iooss ha ricevuto la sua prima macchina fotografica a 15 anni. Un anno dopo era già a bordo campo. A soli 17 anni firma il suo primo incarico per Sports Illustrated, e a 20 ne scatta le copertine.
Oggi, vanta oltre 300 copertine della rivista americana – nessuno ha fatto meglio nella storia.

Il suo talento non si limita alla tecnica: Iooss ha costruito un rapporto personale con ogni atleta che ha fotografato. È questo rapporto, questa fiducia, che traspare negli occhi di Michael Jordan, nella quiete di Serena Williams, nella forza di Muhammad Ali, nella leggerezza di Kelly Slater.
Ha immortalato tutti i primi 52 Super Bowl, seguito per 18 mesi gli atleti americani nella corsa verso le Olimpiadi di Los Angeles 1984 (raccolti nel libro Shooting for the Gold), e ha creato con Michael Jordan il bestseller fotografico Rare Air.
Nike, Adidas, Coca-Cola: tutte lo hanno scelto per trasformare lo sport in icona.

Il suo stile è un perfetto equilibrio tra luce, ombra, colore e composizione. Non è un caso che venga definito il “Rembrandt della fotografia sportiva”: ogni sua foto è pensata, sentita, costruita, con la stessa attenzione che un pittore metterebbe su tela.
Negli ultimi anni il mondo dell’arte ha finalmente riconosciuto la sua grandezza, con mostre personali al Newseum di Washington, all’Annenberg Space for Photography di Los Angeles, al Lyman Allyn Museum e un’asta monografica da Christie’s a New York.
Ma forse la sua eredità più grande è l’aver ridefinito il significato di una grande fotografia sportiva. Non solo un’azione ben congelata, ma un’emozione senza tempo.
