Nancy Kerrigan
Eleganza, gloria e una ferita che fece storia
Nancy Kerrigan è stata una delle icone indiscusse del pattinaggio artistico degli anni ’90. Famosa per la sua eleganza, la grazia sul ghiaccio e un talento che ha stregato il pubblico di mezzo mondo, Nancy ha collezionato titoli, medaglie e applausi. Ma il suo sogno più grande era uno solo: una medaglia olimpica. E quel sogno, tra lacrime, ostacoli e una vicenda che sconvolse l’opinione pubblica, non tardò a realizzarsi.
Le origini di una stella
Nancy Kerrigan nasce il 13 ottobre 1969 a Stoneham, nel Massachusetts. Ultima di tre figli, cresce seguendo i fratelli alle partite di hockey, ma è sul ghiaccio, da sola, che comincia ad affinare il suo talento da autodidatta. A soli sei anni inizia le lezioni vere e proprie e, già a otto, passa agli allenamenti privati. Un anno dopo, arriva la sua prima vittoria: il Boston Open.
La sua famiglia, di umili origini, si sacrifica per permetterle di inseguire quel sogno. E da quel momento, la strada di Nancy è tutta in salita, lastricata di impegno, disciplina e risultati.

L’ascesa
Nel 1987, a 18 anni, si piazza quarta ai Campionati Nazionali Juniores degli Stati Uniti. Non si accontenta: l’anno dopo passa alla categoria senior, chiudendo dodicesima. Ma la Kerrigan non è il tipo da lasciarsi abbattere. Continua ad allenarsi con tenacia, e la svolta arriva.
Nel 1989 conquista il bronzo ai Campionati Nazionali. Tre anni dopo, nel 1992, è medaglia di bronzo alle Olimpiadi Invernali di Albertville. Nel 1993 arriva il suo primo titolo nazionale senior e la qualificazione per le Olimpiadi di Lillehammer ’94. È tutto pronto per il grande sogno. Ma poi, succede l’impensabile.
Il colpo al ginocchio che fece tremare il mondo
6 gennaio 1994. Detroit, Combo Arena. Nancy ha appena concluso l’allenamento. Sta uscendo dal ghiaccio quando un uomo la aggredisce nel corridoio, colpendola al ginocchio destro con un bastone telescopico in metallo. Cade a terra, sotto gli occhi delle telecamere, piangendo disperata. “Perché? Perché proprio a me?” urla in lacrime. Quelle parole faranno il giro del mondo.
All’inizio sembra un gesto folle, senza movente. Ma le indagini svelano il retroscena da film: l’aggressione era stata orchestrata da Shawn Eckardt e Jeff Gillooly, ex marito della rivale di Nancy, Tonya Harding. L’obiettivo? Fuori gioco la Kerrigan, più chance per Tonya.
Rinascita e rivincita
Il mondo assiste incredulo. Ma Nancy, contro ogni previsione, torna. E torna in grande stile. Nonostante il trauma fisico e psicologico, riesce a partecipare alle Olimpiadi di Lillehammer poche settimane dopo. Sul ghiaccio incanta tutti: elegante, precisa, determinata. Vince la medaglia d’argento. Tonya Harding, invece, finisce ottava.
L’episodio ha enorme risonanza. Harding, dopo aver negato ogni coinvolgimento, ammette di essere stata a conoscenza del piano. Verrà squalificata a vita dalla federazione americana di pattinaggio.

Oltre lo scandalo, il talento
Nancy Kerrigan si ritirerà poco dopo dal pattinaggio agonistico, dedicandosi a una brillante carriera professionale. L’aggressione resta un momento iconico e doloroso della sua storia, ma non ne definisce la carriera.
Nancy rimane, oggi come allora, una delle pattinatrici artistiche più forti, eleganti e ammirate della sua generazione. Una vera regina del ghiaccio, capace di risorgere quando tutto sembrava perduto.