Sony A9 III: la nuova frontiera per la fotografia sportiva?
Con la presentazione della Sony A9 III, il mondo della fotografia sportiva professionale è entrato in una nuova fase. Non si tratta solo di numeri da brochure, ma di un salto tecnologico che sul campo fa davvero la differenza.
Dopo averla analizzata a fondo, posso dire che la A9 III non è una semplice evoluzione della serie A9, ma un cambio di paradigma.
Il punto chiave è l’introduzione del sensore full frame stacked con otturatore globale (global shutter). Questo elimina completamente il rolling shutter — uno dei problemi storici nella fotografia di azione estrema con mirrorless — e consente di scattare a tempi di posa reali fino a 1/80.000s senza distorsioni dell’immagine.
Tradotto: puoi congelare perfettamente una pallina da tennis a 200 km/h o una ruota di MotoGP in piega, senza artefatti. In contesti come il rugby o il basket indoor, questo significa nessuna distorsione nemmeno con le luci LED — un problema che anche i migliori otturatori elettronici finora non risolvevano del tutto.
Dal punto di vista della velocità operativa, la A9 III è un mostro:
- 120 fps in RAW con autofocus e tracking completi
- Buffer che gestisce raffiche lunghissime senza rallentamenti (grazie alle nuove CFexpress type A)
- AF AI-based con riconoscimento del soggetto (testa, occhi, corpo), sia umano che animale, aggiornato e più preciso della generazione precedente
L’AF è un altro punto di forza reale: in sport con movimenti irregolari come il rugby o la pallanuoto, il sistema di tracking tiene il soggetto con una sicurezza che prima si vedeva solo su sistemi top come Nikon Z9 o Canon R3.
Dal punto di vista ergonomico, Sony ha finalmente ascoltato i fotografi sportivi: il grip è stato migliorato, il corpo è più bilanciato con ottiche pesanti (come il 400/2.8 o il 70-200/2.8 GM2), i pulsanti personalizzabili sono abbondanti e ben posizionati. Il nuovo mirino blackout-free a 9.44M punti è talmente fluido che sembra di guardare il mondo reale, senza ritardi.

Anche la gestione ISO è ottima: fino a ISO 25.600 si lavora tranquillamente in condizioni indoor (palazzetti, palestre), con rumore molto controllato e una gamma dinamica superiore alla A9 II.
Infine, una nota importante per chi lavora sul campo per agenzie: il workflow è stato velocizzato con dual slot CFexpress + SD, trasferimento FTP rapidissimo e un nuovo sistema di tagging in-camera. Questo è fondamentale per chi deve consegnare immagini live in tempo reale.
In sintesi tecnica:
✅ L’otturatore globale non è marketing: cambia davvero il modo di fotografare l’azione
✅ L’AF è uno dei migliori oggi sul mercato
✅ La velocità di raffica è reale e sostenibile
✅ Ergonomia e usabilità sul campo molto migliorate
✅ Workflow pensato per i professionisti
Conclusione:
Non è la fotocamera perfetta per tutto — la risoluzione rimane da sportiva (24 Mpix), quindi non per paesaggio o moda — ma oggi la Sony A9 III è probabilmente lo strumento più avanzato per la fotografia sportiva pura. Chi lavora in ambienti con LED o soggetti iper-rapidi (atletica, nuoto, basket, motorsport) avrà vantaggi concreti rispetto alle generazioni precedenti.
Link per approfondimento:
Pagina uffciale Sony A9 III